Eravamo convinti – e lo siamo ancora dellimportanza di una Roma Latina sicura, veloce ed efficiente che leghi il Nord e il Sud della costa Tirrenica, facilitando anche il collegamento tra Roma e il suo Mezzogiorno. Ma lo siamo molto meno rispetto al fatto che il modo giusto per arrivare a raggiungere il risultato che tutti vogliamo sia quello di ricorrere a una concessione allitaliana, come quella che si sta concretizzando. Una soluzione che è destinata a produrre costi pubblici crescenti, tempi incerti e ben più lunghi di quelli programmati, disagi alle popolazioni locali e marginali vantaggi alleconomia e all’occupazione locale.
Queste le parole del Presidente di Ance Lazio, Stefano Petrucci, che ha aperto oggi la conferenza stampa dedicata alla Roma Latina, sottolineando necessaria di una riflessione rapida e circostanziata sul percorso e la soluzione scelta dal Governo per raggiungere lagognato obiettivo. Abbiamo aspettato dieci anni dal momento in cui lopera è stata inserita nella Legge Obiettivo. Poi è arrivata la Delibera CIPE che ne ha confermato la realizzazione mettendo a disposizione 468 milioni su un costo che sfiora i 3 miliardi di euro. Sono passati quasi tre anni dallavviso di gara di Autostrade del Lazio con il quale sono stati invitati le imprese a prequalificarsi. Nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti e molte cose sono cambiate, ma alcune condizioni imprescindibili per garantire lavvio dellopera non ci sono ancora. Soprattutto si registrano molti dubbi per quanto riguarda i due tracciati di collegamento Tor de Cenci e Cisterna Valmontone, rispettivamente con la Roma Civitavecchia e lautostrada del Sole. Perplessità e incertezze destinate ad incidere profondamente sul futuro iter procedurale dellopera, lasciando spazio a revisioni e contenziosi che sono spesso allorigine dellallungamento dei tempi e dellaumento dei costi che caratterizzano molte opere strategiche. Con il risultato di determinare un forte disallineamento tra previsioni e aspettative, soprattutto per quanto riguarda il contributo finanziario dello Stato. In sintesi opere infinite a costi elevati per i cittadini. Non solo economici, ma anche in termini di disagi e di mancanza delle opere attese. Come ha sottolineato Edoardo Bianchi, Presidente di Acer, Ance Roma, abbiamo preso in considerazione 5 opere che per diversi aspetti possono essere confrontate con il percorso atteso dalla Roma Latina: la Brebemi, le Pedemontane lombarda e veneta, il Quadrilatero Umbria Marche e la superstrada Rho Monza, che dovrebbe essere pronta per la fine dellanno in vista dellExpo e che registrano un ritardo del 50% rispetto a quanto programmato. Ebbene il risultato è un aumento dei costi delle opere doppio rispetto alle previsioni, una incertezza e dilatazione dei tempi preventivati e soprattutto una crescita dellimpegno finanziario pubblico prossimo a 5 volte quello stimato inizialmente. E il meccanismo stesso della Concessione allitaliana che non garantisce nessuno se non i concessionari. Ne è esempio lampante la pratica del pubblico di garantire di fatto i rischi dei privati, alterando i principi stessi della Concessione. Un meccanismo che come abbiamo visto ha di fatto snaturato la caratteristica dellistituto della concessione, che ha come presupposto il rischio imprenditoriale dellinvestimento. E sulla base di queste considerazioni che ANCE Lazio, insieme alle altre associazioni provinciali del sistema, ritiene di lanciare una proposta alternativa. Noi – ha proseguito Petrucci – invitiamo il Presidente del Consiglio Renzi e il Presidente della Regione Zingaretti a riflettere con attenzione e a valutare la nostra proposta in alternativa alla soluzione della concessione ai privati, utilizzando lattuale contributo pubblico di 468 milioni, certo e pianificabile facilmente e con rigore per quanto riguarda la relativa spesa, per la messa in sicurezza della attuale Pontina. Abbiamo valutato che questa scelta consentirebbe in meno di tre anni di poter dare una risposta concreta e in breve tempo alle esigenze di sicurezza e di miglioramento anche in termini di efficienza e di fluidità di traffico. Ovvero in meno della metà degli anni previsti dal progetto autostradale, tra laltro sicuramente destinato a protrarsi ulteriormente nel tempo. Una scelta diversa avrà, ne siamo certi, effetti negativi per tutti: per lo Stato che vedrà crescere progressivamente il suo impegno finanziario; per la popolazione e leconomia locale che avrà solo disagi e assisterà impotente al protrarsi nel tempo dellutilizzo della nuova opera; per il sistema economico e il tessuto delle piccole e medie imprese locali espropriato di una reale opportunità di lavoro, rinunciando altresì a unimportante occasione di crescita occupazionale. Come ha ricordato il Presidente di Ance Latina, Davide Palazzo, se si destineranno le risorse del CIPE per la messa in sicurezza dellattuale tracciato sarà possibile utilizzarle per sostenere il tessuto imprenditoriale e favorire nuova occupazione; creando importanti opportunità di lavoro a livello locale. Un aspetto non secondario che si coniuga con laltro, altrettanto rilevante, che riguarda la possibilità per i cittadini e per chi utilizza quotidianamente lattuale tracciato della Pontina di farlo in sicurezza e senza dover pagare un pedaggio. Abbiamo stimato che sul piano economico e per il settore delle costruzioni questa soluzione potrà determinare un aumento del valore del mercato regionale dei lavori pubblici, nel biennio 2016-2017, del 20,3% rispetto al 2013, con la creazione di oltre 6.500 nuovi posti di lavoro, pari al 7% dellattuale forza lavoro del settore a livello regionale. Viceversa proseguire sulla strada della concessione avrebbe leffetto di non incidere come invece sarebbe necessario, in tempi rapidi, sulla situazione difficile sia del mercato che per quanto riguarda loccupazione.